Un’oasi naturalistico di straordinaria bellezza nel cuore della Sila.

L’oasi de “I giganti del Cozzo del Pesco” conta oltre cento esemplari di Castenea Sativa ed Acero Campestre.

Questi alberi sono li da circa 700 anni, circondati dalla natura incontaminata, talmente grossi che alcuni hanno una circonferenza di circa 13 metri, alti come un palazzo di 4 piani e ammirarli da vicino è davvero emozionante vista la maestosità ed ognuno di loro è come se raccontasse la sua storia nelle rispettive forme antropomorfe e magiche.

Ci sono 102 giganteschi e plurisecolari alberi di Castagno ed è considerata un’area boschiva unica in Italia.

Incredibile vero? Penso sia il parco più bello di tutta la Calabria ed è sicuramente una tappa da segnare, soprattutto se amate fare trekking nella natura questo posto è perfetto!

Escursione nella poeticabellezza dei giganti di cozzo del pesco

Una volta raggiunto il posto vi ritroverete un sentiero con un’insegna (vedi immagine sopra) che indica a 1000 metri l’oasi con i giganti!

L’antico bosco si trova proprio nel cuore di questo sentiero ed è facile raggiungerlo perchè la strada è abbastanza percorribile a piedi e in alcuni punti si gode un panorama stupendo di tutta la costa e una piccola cascata naturale.

Ad un certo punto del sentiero troverete 2 strade, la prima quella a sinistra (in salita) vi porterà proprio nel cuore dell’oasi e a pochi passi da li vi apparirà proprio d’avanti ai vostri occhi come la realtà di un sogno, quello del bosco perfetto che ce l’hanno descritto nelle fiabe di ogni tempo, uno spazio della mente dove abbiamo riposto le nostre visioni di bambini popolate di alberi, gnomi, folletti e animali.

Un silenzio surreale dove si può ascoltare solo il suono della natura, circondato da questi enormi alberi secolari alti circa 20 metri con le loro contorsioni e con delle cavità enormi nella quercia che sembravano portoni pronti ad accogliermi dentro.

Tutti gli alberi sono antichissimi e ce ne sono di ogni epoca: da quelli più vetusti e in minor numero che datano alla seconda metà del 1200, a una decina del 1300, ai più numerosi oscillanti fra il 1400 e il 1500, fino ai pochi ultimi esemplari che vanno dal 1600 in poi.

Come ogni fiaba che si rispetti, anche quella ambientata in questo meraviglioso Bosco dei Giganti prevede la presenza degli animali, unici veri custodi dei segreti della Natura.

Tra le diverse specie di animali possiamo trovare il tasso, il cinghiale, la lepre, lo scoiattolo, la martora, il gatto selvatico, la volpe e persino il lupo, senza contare appunto le numerose varietà di uccelli come il gufo, la poiana, l’astore, lo sparviere, il gheppio, e numerosi altri che si nascondono nel bosco.

Effettivamente per rendere tutto più magico e utopico mancano i folletti e le fate!

l sentiero di Cozzo del Pesco è l’ideale per gli appassionati di trekking e per chiunque desideri immergersi totalmente nella natura.

Il momento migliore per visitare la Riserva è senza dubbio al tramonto, quando la luce rossastra del sole filtrata dalle foglie e l’eco del vento tra i rami degli alberi rendono questo luogo ancor più magico.

La storia dell'Oasidi Cozzo del Pesco

Scoperto verso la metà degli anni ’80 dal WWF regionale e dall’Orto Botanico dell’Università della Calabria, il bosco è stato salvato dal taglio grazie alla collaborazione del Comitato Parchi Italia ed alla sensibilità dell’amministrazione comunale di Rossano, che nel 1998 ha permesso la costituzione di un’oasi naturalistica affidata al WWF.

Il rientrare del suo territorio nei possedimenti dell’Abbazia del Patirion ha portato alla elaborazione di due ipotesi circa l’origine del bosco: la prima lo vorrebbe un’appendice del cosiddetto Castagneto dei “Campi, censito tra i beni storici dell’Abbazia.

La seconda ritiene invece che l’area sarebbe da collegarsi ad un altro castagneto prossimo alla “Sena Castagna”, cima montana che affianca in direzione sud-sud-ovest la cima di Cozzo del Pesco e che oggi risulta priva di tale tipo di alberi. Se fosse giusta quest’ultima ipotesi, il castagneto dei Giganti non sarebbe servito ai monaci dell’Abbazia ma all’uso delle popolazioni locali.

I castagni non sono peraltro l’unica presenza nell’Oasi di Cozzo del Pesco che annovera anche pini e faggi.

Raggiungere l’oasi non è difficile. Da Rossano bisogna arrivare all’Abbazia Santa Maria del Patire e da qui proseguire per circa 10 minuti di auto dove ad un certo punto troverete alla vostra destra l’insegna del parco e  parcheggiare per seguire a piedi il sentiero.

Siamo a circa 1000mt di altezza quindi bisogna coprirsi bene soprattutto nei periodi freddi dell’anno.