In Italia esistono luoghi dove realtà e immaginazione si perdono in un vortice di misticismo senza pari.

Parliamo di Craco, un antico borgo disabitato che svetta sulle alture circondato dai tipici calanchi, nel cuore della Basilicata, a pochi passi da Matera.

Un luogo affascinante e cupo, che negli ultimi tempi è stato riscoperto dai turisti ed è diventato una meta imperdibile per chi cerca un’esperienza autentica e unica di questa zona conosciuta come Lucania.

Siamo partiti dalla Calabria senza una vera meta, fino a che non ho pensato a Craco, la città fantasma che giace in Basilicata!

Arrivati al villaggio, che è letteralmente sotto chiave, mi sono reso conto che tutto ciò che rimane è un guscio di quella che una volta era chiaramente una magnifica città collinare con la torre normanna che domina la scena! No, non è un film fantasy, ma un belvedere che al tramonto si trasforma in qualcosa di indescrivibile! E dico sul serio!

Ciò che resta oggi del borgo originario sono alcune antiche case arroccate, posizionate intorno alla torre.

Ma c’è un problema! Craco non è aperta al pubblico per motivi di sicurezza causa una frana che nel 1963 causò gravi danni.

Proseguendo dritto sulla strada mi sono trovato d’avanti un muro, con un testo poetico di Rocco Scotellaro che recita:

E là, nell'ombra delle nubi sperduto,giace in frantumi un paesetto Lucano

Le rovine sono parzialmente accessibili con una visita guidata, ma purtroppo non è stato possibile fare l’escursione perchè mancava poco all’imbrunire! Ahi!

Pazienza, abbiamo deciso così di ammirare il fascino di Craco dall’esterno, che offre spunti di vista davvero impressionanti e grazie anche al cielo parzialmente nuvoloso all’inizio, ha reso il tutto davvero suggestivo!

Craco Vecchia è una tappa obbligatoria, e nessuno lo nega, ma già che siete qui vale sicuramente la pena esplorare i dintorni e scoprire ancora di più ciò che la Lucania ha da offrire.

All’esterno dell’antica Craco si trova il convento francescano e la Chiesa di San Pietro Principe degli Apostoli, edificata intorno al 1630 (oggi rimane solo l’abside).

La Chiesa Madre dedicata a San Nicola colpisce per il suo maestoso ingresso, caratteristica che si ritrova anche nel campanile. È costruito in tre stili architettonici e sormontato da una cupola esterna, piastrelle in maiolica e una struttura a campana.

Proseguendo più a nord da Craco Vecchia, si può visitare la Chiesa della Madonna della Stella, risalente alla prima metà del XVII secolo e la cui facciata principale presenta un ornato portale ligneo, risalente alla metà del XIX secolo. Si conserva l’altare maggiore, in marmo scolpito ad intarsio, e una cancellata in ferro battuto posta tra la navata e il presbiterio. La struttura fu interessata dalla disastrosa frana che colpì la zona di Craco, tanto che, in origine, occupava uno spazio indubbiamente più ampio di quello oggi visibile.

Tornando sulla statale, vedrete i resti della piccola Chiesa di Sant’Eligio, preziosa perché, nonostante gli eventi catastrofici, conserva ancora parte di un meraviglioso affresco raffigurante la Crocifissione con Santi, risalente al 16° secolo.

Breve storia di Craco

Le origini di Craco, compreso il nome e l’insediamento stesso, sono soggette a varie interpretazioni e controversie. La prima e più accreditata risale al 1060 con il nome di Graculum (piccolo campo arato) che si riferiva ai campi di grano della zona circostante. Tuttavia, le prime tracce di presenza umana sono state rinvenute non lontano dal centro storico e sono costituite da tombe risalenti all’VIII secolo AC, prima che la zona passasse sotto il controllo di un ordine ecclesiastico italo-bizantino.

L’antico borgo conserva ruderi che risalgono tra il 1154 e il 1168 quando si sviluppò come nucleo militare di grande importanza durante il regno di Federico II. Nel 1276 Craco era già sede universitaria, elemento importante che si individua anche nei resti architettonici lasciati in città.

Sfortunatamente, il villaggio è noto anche per la sua storia di brigantaggio. Prima nel 1807, e poi nel 1861, Craco fu attaccata dai banditi, e ne seguirono distruzione e morte. Si narra che un gruppo di banditi sia stato fucilato sotto il campanile della chiesa principale, la Chiesa Madre.

All’inizio del ventesimo secolo, l’imminente minaccia di una tragica catastrofe sarebbe diventata evidente. Il destino finale di Craco fu segnato dalla sua posizione e dalla composizione del terreno.

La sua collina sabbiosa e argillosa segnata da voragini e crepe sempre più profonde, cedette definitivamente nel 1963. La colossale frana che interruppe per sempre la vita di Craco costrinse la popolazione ad abbandonare le proprie abitazioni e a rifugiarsi a valle nel nuovo comune di Craco Peschiera.

Oggi, il vento, le voci degli antenati di Craco, i resti indigenti, i ricordi di una storia senza tempo, sono le uniche cose che rimangono di Craco, la città fantasma.

Craco e il Cinema

Il paesaggio qui è così particolare e scenografico con la sua architettura semi-scheletrica e l’atmosfera surreale, da rendere Craco un set cinematografico molto ambito per vari generi.

Il centro antico di Craco ha visto prendere forma numerosi progetti dalla fine degli anni ’70 fino al nuovo millennio. Registi italiani e non, sopraffatti dal magnetismo di questo luogo dove il tempo sembra essersi fermato, hanno fatto buon uso del paesaggio per le loro sceneggiature.

Il primo film famoso girato a Craco è stato Cristo si è fermato a Eboli (1978) di Francesco Rosi; seguito da King David (1985) di Bruce Beresford; Il Sole di Notte (1990) dei fratelli Taviani; Ninfa Plebea (1996) di Lina Wertmüller; e La Lupa (1996) di Gabriele Lavia. Alla fine degli anni ’90 arrivano Terra Bruciata (1999) di Fabio Segatori e l’indimenticabile La Passione di Cristo di Mel Gibson nel 2004, che sceglie Craco come scenario per la scena dell’impiccagione di Giuda.

Miti e Leggende

Oltre allo spettrale paesaggio del borgo abbandonato, Craco fa da sfondo ad antiche leggende che si tramandano da anni.

Pare, infatti, che di notte, tra le viuzze del borgo, si aggiri ancora oggi il fantasma di un cavallo senza testa alla disperata ricerca del suo padrone.

Craco, insomma, è uno dei paesi fantasma più affascinanti d’Italia: disabitato sì, ma non del tutto abbandonato. Un luogo dove storia e leggenda si sono incontrate e hanno dato vita a un paesaggio unico e sconvolgente allo stesso tempo e indimenticabile per chi si avventura!